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CAPSICUM
ANNUUM
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    E DIGESTIONE
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Capsicum Aannum: proprietà e benefici

Forse il nome scientifico Capsicum annuum L. suona oscuro, eppure in tanti lo usano in cucina. Non è altro che il peperoncino, amatissimo dai fan dei sapori piccanti. Approdato in Europa grazie a Cristoforo Colombo di ritorno dal Nuovo Mondo, il peperoncino è oggi diffuso dal Cile all'Asia, dal Messico alla Calabria, la regione italiana che ne fa la propria bandiera gastronomica.

Ricco di vitamina C, carotenoidi e flavonoidi, il peperoncino si presenta in molte varietà, più o meno grandi e più o meno forti. Oltre a essere usato per insaporire le pietanze, il Capsicum annuum L. interessa anche la scienza, in particolare per la capsaicina. Si tratta della sostanza chimica responsabile del piccante: a contatto con le mucose le irrita e dà la sensazione di avere la bocca in fiamme. Secondo alcuni studi di nutrigenomica in vitro, proprio la capsaicina potrebbe contribuire a silenziare i geni del metabolismo detti da qualcuno dell'invecchiamento, aiutando a preservare l'organismo. Numerosi studi hanno inoltre analizzato i possibili benefici del peperoncino suggerendo, come riconosciuto anche dal Ministero della Salute, effetti digestivi e antiossidanti, nonché un ruolo nel favorire la regolare motilità gastrointestinale e nella buona funzionalità dell'apparato cardiovascolare.
E non è tutto: alcune ricerche ipotizzano che la capsaicina possa aiutare in caso di dispepsia (vale a dire la sensazione di fastidio all'addome), nella regolazione dell'attività intestinale e della digestione, contro il gonfiore addominale. I primi risultati sono incoraggianti.

La capsaicina è protagonista da decenni di numerose ricerche: basta digitarne il nome nelle più note banche dati delle pubblicazioni scientifiche per ottenere oltre 15 mila risultati.

La capsaicina potrebbe attenuare la dispepsia funzionale

Uno studio italiano del 2012 si è interessato al trattamento con il peperoncino della dispepsia funzionale, un diffuso disturbo gastrointestinale caratterizzato da gonfiore addominale, acidità gastrica e dolore.
Lo studio è stato condotto su 30 pazienti con dispepsia funzionale senza malattia da reflusso gastroesofageo né sindrome dell'intestino irritabile. Per cinque settimane la metà dei partecipanti ha assunto, prima dei pasti, 2,5 g di polvere di peperoncino; l'altra metà un placebo. Tutti hanno tenuto un diario per registrare, giorno dopo giorno, l'intensità dei sintomi. Bene, a partire dalla terza settimana di trattamento con il peperoncino si sono ottenuti miglioramenti per quanto riguarda dolore, pienezza e nausea.
Alla fine del test il gruppo del peperoncino ha registrato una riduzione dei sintomi del 60% circa, contro il 30% del gruppo placebo.
I ricercatori hanno ipotizzato che il peperoncino potrebbe agire attraverso una desensibilizzazione delle fibre C dei nocicettori gastrici (che sono terminazioni di neuroni sensoriali), dovuta probabilmente alla capsaicina.

fonte scientifica

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