Secondo alcuni studi,
l'ashwagandha potrebbe avere infine effetti su invecchiamento e obesità.
La schisandra, il cui nome scientifico è Schisandra
chinensis Baill., è una pianta che arriva dalla zona in cui si incontrano Cina e Russia.
In entrambi i Paesi, tanto dalla medicina tradizionale cinese tanto da quella russa a
partire dagli anni 60, è stata usata in svariati trattamenti, dalle patologie
psichiatriche all'influenza. Gli studi scientifici ne hanno rilevato le proprietà
antiossidanti, riconosciute dal Ministero della Salute insieme a quelle tonificanti e ai
benefici sulla funzione epatica e delle prime vie respiratorie. L'attenzione ora si
concentra sugli effetti nelle donne in menopausa: numerose ricerche suggeriscono
l'utilità della schisandra per tenere a bada sintomi come vampate di calore, sudorazione
e palpitazioni.
La pianta, il cui nome
scientifico è Phyllanthus Emblica L., produce bacche giallo-verdi piuttosto acidule.
Molto usata nell'Ayurveda, la medicina tradizionale indiana, è ricca di antiossidanti
come la vitamina C e i polifenoli. Numerosi studi hanno evidenziato come l'uva spina
indiana sia una sorta di ancella delle difese immunitarie, come riconosciuto anche dal
Ministero dello Salute. Ed è allo studio il suo ruolo di antiossidante generale per i
fumatori, per la pelle secca, per le malattie ricorrenti.
Approdato in Europa grazie
a Cristoforo Colombo di ritorno dal Nuovo Mondo, è una tra le spezie più amate in
cucina, dalla Calabria al Messico. Responsabile del piccante è la capsaicina, sostanza
chimica che interessa molto gli scienziati: secondo alcuni studi di nutrigenomica in
vitro, potrebbe silenziare i cosiddetti geni dell'invecchiamento. Sono stati
riconosciuti dal Ministero della Salute i suoi effetti digestivi e antiossidanti, nonché
il suo ruolo nel favorire la regolare motilità gastrointestinale e nella buona
funzionalità dell'apparato cardiovascolare. Alcune ricerche ipotizzano che la capsaicina
possa aiutare in caso di dispepsia, ossia la sensazione di fastidio all'addome, nella
regolazione dell'attività intestinale e della digestione, contro il gonfiore addominale.
Il
coinvolgimento di queste tre molecole in numerosi processi biologici è studiato
intensamente dagli scienziati e alcune ricerche suggeriscono un loro ruolo nella
promozione del metabolismo energetico e nella salute di unghie, capelli e pelle.
Secondo le ricerche, i cui risultati
sono incoraggianti anche se dovranno essere approfonditi, alcuni ceppi batterici (in
particolare Lactobacillus e Bifidobacterium) potrebbero essere d'aiuto
nel
fornire
sostegno energetico e facilitare il recupero della forza fisica.
Merito, sembrerebbe
emergere dagli studi, della capacità di questi microrganismi di stimolare il potenziale
antiossidante, di promuovere l'assorbimento dei macronutrienti e di incentivare la
produzione di vitamine del gruppo B, stimolando il metabolismo e favorendo la produzione
di energia.
La parola probiotici, invece, deriva da pro bíos, «a
favore della vita»: si tratta di organismi vivi che apportano benefici alla salute. Dopo
un'infezione o un trattamento antibiotico, il microbiota si inaridisce: per questo
un'integrazione di probiotici, come suggerisce il Ministero della Salute, aiuta a farlo
rifiorire. Dai probiotici trarrebbe vantaggi anche chi soffre di alcuni disturbi
gastrointestinali, dato che certi ceppi batterici (come Lactobacillus e
Bifidobacterium)
sembrano in grado di inibire la crescita dei microrganismi patogeni correlati alle
infezioni gastrointestinali.